di Romano Mattè
I NOSTRI MIGLIORI GIOVANIJ UNDER 21
Un’impietosa e mortificante statistica vede il nostro calcio al quint’ultimo posto in Europa per i giovani Under 21 che arrivano alla prima squadra. Nel nostro campionato sono solo il 9,7% (in gran parte panchinari), contro il 16,6 % della Bundesliga e il 24,2% della Liga. I giovani calciatori stranieri, per contro, accumulano più presenze nei rispettivi club acquisendo così non solo più esperienza ma anche più capacità di gestire e resistere alla pressione della gara. I nostri giovani, se sbagliano la prima partita vengono (spesso) bruciati e poi scaricati nelle serie inferiori ove molti di loro si perdono e non rientrano più alla casa madre: non possiamo più permettere questo spreco di potenziali talenti.
Il problema nasce dai nostri settori giovanili ove si insegna tattica esasperata di reparto anziché tecnica individuale. Si parla di possesso palla, di moduli di gioco, di costruzione corta o lunga, di gioco posizionale o relazionale e così via, tutte cose che vanno bene per le prime squadre ma che soffocano fino a spegnerlo il talento. Non si dovrebbe parlare di tattica fino ai 15-16 anni. Siamo pertanto spesso vincenti nei vari campionati giovanili europei perché i nostri ragazzi conoscono tattica e movimenti organizzati ma allorché si confrontano con il talento maturo completo dei coetanei provenienti da altre realtà calcistiche vengono sconfitti. Il talento, se allevato, accudito, abbracciato, è sempre vincente mentre nei nostri vivai questo splendido dono viene spesso soffocato per vincere nell’immediato. Dobbiamo invertire rotta: non soffocare il talento, abbandonare il sistema impositivo (“passa la palla, non dribblare”) e passare a quello propositivo che stimola il ragazzo accrescendone la personalità (autostima) per cui costui diviene non più oggetto ma soggetto dell’allenamento.
Solo attraverso l’errore si ha l’auto-correzione (metodo M.A.E.). Un formidabile supporto alla prestazione è rappresentato dai valori morali (lealtà, sincerità, spirito di sacrificio) che vengono spesso mortificati da pseudo-istruttori mentre questi valori hanno la stessa valenza, se non superiore, di quelli strettamente tecnico-tattici. Non si può creare senso di appartenenza prescindendo da questi valori. Si canta, ad esempio, l’Inno di Mameli senza conoscerne il vero significato, che è quello di un canto della libertà.
Ci potrebbe essere una soluzione a tutto questo problema però difficilmente praticabile per l’opposizione dei vari club. Creare per i migliori Under 21 inutilizzati o sottoutilizzati una squadra che possa partecipare a pieno titolo a un campionato (di B o di C) perché non tutti i giovani hanno lo stesso tempo di maturazione e perché non vi è allenamento, per quanto sofisticato, che possa sostituire la gara, la competizione agonistica nella ulteriore crescita dei nostri potenziali talenti. Da Prandelli, nuovo responsabile tecnico del calcio giovanile ci attende una mossa in questo senso.
(Articolo pubblicato anche nel sito PANATHLON DISTRETTO ITALIA)
https://www.panathlondistrettoitalia.it/2025/06/i-nostri-migliori-giovani-under-21/
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