Scenari, sfide, prospettive
Il “documento di consenso” della SISMeS”
LA NUOVA FRONTIERA
DELL’EDUCAZIONE
FISICA
Trenta ricercatori di sedici università impegnati a contribuire a una più chiara e aggiornata
definizione della disciplina.
L’educazione fisica è una disciplina di frontiera. Una frontiera disegnata con la linea
tratteggiata dei sentieri di montagna, quelli da percorrere passo a passo, piuttosto che con le
linee nette e continue che hanno sulla mappa le strade per le auto. Lo sazio culturale e fisico
occupato da questa disciplina è da sempre più sfumato, meno definito, rispetto alle altre
discipline scolastiche. L’educazione fisica è al tempo stesso dentro e fuori la scuola.
Osservandone una lezione potremmo facilmente pensare che non siamo a scuola: banchi e
sedie non ci sono, i libri nemmeno, ci si veste in maniera differente, gli studenti ridono,
scherzano, parlano ad alta voce, si suda, si gioca, ci si diverte.
Tutto questo ha reso necessario in diversi momenti storici la precisazione dei “confini” della
disciplina, che significa pensare o ripensare le finalità, gli obiettivi didattici, i contenuti e le
modalità per organizzarli, i saperi che vengono richiesti alla fine di ogni ciclo scolastico e
quelli che dovrebbero costituire il bagaglio culturale permanente di ogni cittadino cresciuto
all’interno di questa esperienza.
Ai ricercatori e agli insegnanti viene spesso richiesto di rispondere a questioni come: “A cosa
serve l’educazione fisica?”, “Perché questo è un impegno utile del tempo scolastico?”. “Cosa
si ottiene praticando l’educazione fisica?”. Domande che normalmente non vengono poste per
la maggior parte delle altre discipline scolastiche (nessuno si sognerebbe di chiedere a un
insegnante di matematica o di inglese a cosa serve la sua materia). Queste domande sono
legittime e derivano dalla storia e dalle particolari caratteristiche della disciplina e darvi
risposta non è affatto semplice.
Il gruppo di studio di “Educazione fisica & pedagogia dello sport” della SISMeS (Società
italiana delle scienze motorie e sportive) ha cercato di rispondere a queste domande attraverso
un “documento di consenso” pubblicato dall’editore Calzetti Mariucci (128 pagine, 18 euro)
partendo dal motto: “Un’educazione fisica di qualità è essenziale a un’educazione di qualità”.
Un’educazione fisica di qualità è necessaria non solo agli studenti ma alla scuola in generale,
dove non si può mai fingere, neanche quando vengono trattati gli argomenti più “teorici”, che
il corpo (di studenti e docenti) possa essere lasciato a casa.
Lo scopo di questo documento coordinato da Massimo Lanza con la collaborazione di
Maurizio Bertollo, Attilio Carraro, Cristiana D’Anna, Simone Digennaro, Erica Gobbi e Alice
Iannaccone) è quello di contribuire a una più chiara e aggiornata definizione della disciplina,
oggi posta di fronte a pressanti richieste della collettività. C’è un’esigenza di chiarezza cui si è
cercato di contribuire, innanzitutto, elaborando un articolato glossario di termini e concetti.
Tante sono le “scienze” e le “pratiche” che hanno influenzato l’educazione fisica lasciando in
eredità un linguaggio ampio ma spesso confuso e non sempre coerente. Si è ritenuto che
rendere esplicita questa complessità e proporre delle scelte possa servire a capirci meglio nella
comunità di chi opera nell’educazione fisica e a farci meglio comprendere e apprezzare da
studenti e società.
I riferimenti culturali della disciplina sono stati individuati con un attento confronto sia
attingendo alla specifica tradizione italiana, sia interpretando le attuali sollecitazioni della
ricerca e dell’elaborazione culturale internazionale. Le indicazioni metodologiche e didattiche
per la progettazione e la conduzione delle lezioni di educazione fisica cercano di riepilogare
l’eterogeneità dei contributi della ricerca scientifica internazionale, con ricadute necessarie e
fondamentali anche nella formazione iniziale e in itinere dei docenti.
Il contributo, frutto di un anno di lavoro di trenta ricercatori di sedici università, è a
disposizione di insegnanti, dirigenti scolastici, ricercatori, responsabili di corsi universitari di
scienze motorie, decisori politici e responsabili amministrativi.
Massimo Lanza